Gli ammortizzatori sono dei particolari sistemi meccanici attentamente progettati e realizzati per assorbire e dissipare l’energia che viene impressa o sprigionata dalle sospensioni.
Sostanzialmente, è grazie agli ammortizzatori se la nostra auto riesce a preservare un’adeguata tenuta di strada e a percorrere tratti stradali particolarmente sconnessi o accidentati, garantendo confort e sicurezza a tutti i passeggeri.
Nella maggior parte dei veicoli, gli ammortizzatori hanno la forma di un cilindro, detto fodero, riempito con del fluido idraulico, al cui interno scorre un pistone che, attraverso uno stelo, agisce su di esso.
Esistono poi diverse tipologie di ammortizzatore:
- ammortizzatore a molla costituiti da una molla che avvolge l’intero corpo dell’ammortizzatore e che ha l’importante funzione di sostenere il peso del veicolo e regolare il movimento della sospensione
- ammortizzatori a doppio tubo costituiti da una coppia di tubi, uno esterno ed uno interno, in cui sono presenti il pistone e uno strato di liquido e aria che ne garantisce il corretto funzionamento
- ammortizzatori monotubo costituito da un unico cilindro e due pistoni, di cui uno separa lo strato di azoto dall’aria
- ammortizzatore con serbatoio (reservoir) oltre alla presenza di due cilindri e un pistone, questo tipo di ammortizzatore si contraddistingue per l’utilizzo di un serbatoio contenente gas pressurizzato per compensare i cosiddetti movimenti telescopici.
Ammortizzatori scarichi: i sintomi
Come si è visto gli ammortizzatori sono fondamentali per la sicurezza e il buon funzionamento dell’intero veicolo. Come qualsiasi altro componente meccanico, anche gli ammortizzatori sono soggetti all’usura col passare del tempo, motivo per cui andrebbero controllati ed eventualmente sostituiti generalmente ogni 60.000/100.000 Km per un uso comune dell’auto. È comunque consigliato controllarne le condizioni ogni 30.000 km.
Tuttavia, ci sono tante condizioni che possono influire sul corretto funzionamento dei sistemi ammortizzanti, per questo motivo è fondamentale prestare attenzione ad alcuni segnali molto comuni:
- durante la guida, l’auto tende a sobbalzare più frequentemente trasmettendo vibrazioni piuttosto percepibili
- all’interno dell’abitacolo (indice anche di un usura dei cuscinetti)
- scarsa tenuta di strada in curva e una generale bassa aderenza al manto stradale
- in caso di frenata brusca e improvvisa, l’auto tende a sobbalzare maggiormente lungo tutta la parte anteriore, aumentando pericolosamente i tempi di frenata in caso di emergenza
- aumento dei consumi di carburante
- perdita di olio a causa di un difetto della guarnizione dello stelo
Un cattivo funzionamento anche di uno solo dei quattro ammortizzatori non deve essere assolutamente sottovalutato, oltre agli evidenti pericoli per la sicurezza, sono notevoli anche i danni arrecati ad altri componenti dell’auto quali gli pneumatici e le testine dei braccetti.
Ammortizzatori scarichi: come cambiarli
Partiamo subito col precisare che la sostituzione degli ammortizzatori scarichi è un intervento piuttosto delicato, da effettuare con estrema attenzione e con gli strumenti adeguati.
In linea generale, quando un ammortizzatore dà segnali di essere scarico è probabile che siano scarichi anche tutti gli altri. La prima cosa da fare è quindi verificare lo stato di usura di ogni singolo ammortizzatore e valutare se e quali sostituire.
Una volta procurati i ricambi nuovi è possibile procedere con l’intervento di sostituzione vero e proprio secondo i seguenti passaggi:
- la prima operazione da effettuare è quella di rimuovere le ruote a ridosso degli ammortizzatori da sostituire. Armatevi di un cric, assicuratevi di aver parcheggiato il veicolo su una superficie pianeggiante e stabile, e iniziate a sollevare l’auto facendo leva sui punti specificatamente indicati per queste operazioni;
- rimossa la ruota, individuate i punti di giuntura degli ammortizzatori. Questi ultimi sono generalmente fissati con una vite verticale a ridosso del vano motore o del bagagliaio, oppure possono essere collocati in cima a un bullone che andrà anch’esso svitato e smontato;
- a questo punto bisogna procedere al scollegamento di tutti i vari componenti collegati quali il tubo del freno, il cavo dell’indicatore di usura e il sensore ABS
- fatte queste operazioni preliminari, è ora possibile procedere alla rimozione vera e propria del vecchio ammortizzatore. Aiutatevi in questa fase con delle soluzioni detergenti per metalli e procedete a rimuovere i vari bulloni girando la chiave e il cricchetto in senso antiorario
- sgancia l’ammortizzatore dalla sospensione utilizzando un set di chiavi o un tagliadadi. La posizione di questo collegamento può variare di modello in modello, consulta quindi il manuale tecnico del tuo veicolo se necessario.
- Rimuovi i bulloni inferiori e superiori che tengono agganciato l’ammortizzatore. Questo passaggio può essere piuttosto complicato e potrebbe essere necessario effettuare un po’ di forza
- se presente, procedi alla rimozione della molla che potrai riutilizzare anche nel nuovo ammortizzatore. Prestate attenzione in questa fase, la compressione della molla potrebbe avere delle conseguenze impreviste, motivo per cui è importante utilizzare strumenti di lavoro adatti;
- arrivati a questo punto è possibile procedere all’installazione del nuovo ammortizzatore, inserendolo nel braccio di controllo della sospensione dopo aver nuovamente inserito la molla;
- riaggancia e avvita nuovamente tutti i bulloni e le viti precedentemente rimossi
- verifica di aver effettuato tutti i passaggi in maniera corretta e consulta nuovamente il manuale di istruzione del veicolo.
Il cambio degli ammortizzatori non è un’operazione semplice, i passaggi sono tanti e cambiano di veicolo in veicolo, se non si dispone di un’adeguata conoscenza e dimestichezza sarà ancora più complesso.
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