Le sempre più stringenti normative in tema di tutela ambientale e riduzione delle emissioni inquinanti, stanno interessando in maniera sempre più stringente anche il mondo delle auto, soprattutto Diesel. I vantaggi di questa motorizzazione sono ormai noti a tutti, ma se da una parte i motori Diesel offrono un notevole risparmio, allo stesso tempo sono altamente inquinanti.
Per questa ragione, in maniera sempre più diffusa, nei diversi paesi europei si stanno introducendo normative sempre più vincolanti che decreteranno, da qui a pochi anni, una notevole frenata a queste motorizzazioni.
La classificazione Euro delle auto
La classificazione Euro a cui sono soggette tutte le auto immatricolate, fanno parte di una meccanismo di definizione dei livelli inquinanti di ciascun veicolo secondo delle classi ambientali che vanno da 0 (la più vecchia e inquinante) a 6 (la più recente e meno inquinante).
Le prime categorie risalgono al 1992, con la comparsa dei primi catalizzatori, fino ad arrivare ai giorni nostri in cui, anno dopo anno, vi è l’obiettivo e l’obbligo di produrre autoveicoli sempre meno inquinanti ed ecologici.
Volendo essere più precisi, le classi ambientali possono essere così sintetizzate:
- Euro 0
i veicoli Euro 0 sono quelli immatricolati prima del 31 dicembre 1992. Si tratta di vetture estremamente inquinanti che utilizzano benzine al piombo e nessun tipo di sistema di filtraggio dei gas di scarico; - Euro 1
auto immatricolate a partire dal primo gennaio 1993. Si tratta di vetture realizzate secondo la direttiva europea 91/44 che prevede l’obbligo di montare sulle macchine le marmitte catalitiche, oppure per i modelli diesel l’alimentazione a iniezione; - Euro 2
auto immatricolate dopo il primo gennaio 1997 con la direttiva 94/12 che impose un ulteriore riduzione delle emissioni di CO2 ai veicoli prodotti. A livello tecnologico non ci sono grosse novità; - Euro 3
auto immatricolate dopo il primo gennaio 2001, con l’ultima direttiva 98/69 che ha introdotto l’obbligo di adozione del sistema EOBD (European On Board Diagnostic), sistema per la segnalazione del malfunzionamento degli apparecchi di filtraggio dei gas di scarico attraverso apposite spie; - Euro 4
auto immatricolate dal primo gennaio del 2006 secondo la direttiva 98/69B. Non ci sono grandi novità tecnologiche ma soltanto un ulteriore drastica riduzione dei livelli inquinanti; - Euro 5
veicoli omologati dopo il primo settembre 2009, ma immatricolati a partire dal primo gennaio 2011. È, insieme alla Euro 4, la categoria di veicoli ancora più diffusa. Non vi sono particolari problemi per le auto a benzina, diversa è la situazione delle auto diesel che stanno andando incontro a sempre più stringenti limitazioni; - Euro 6
la classe ambientale più recente e la più ecologica, di cui fanno parte tutti i veicoli immatricolati dopo il primo gennaio 2015 e che per tale motivo non vanno incontro ad alcuna limitazione e potranno circolare liberamente.
Le limitazioni alla circolazione
Nell’ottica di una urgente riduzione delle emissioni inquinanti negli ultimi anno sono state introdotte tutta una serie di normative che vanno a limitare profondamente la circolazione di alcuni veicoli.
Nel Nord Italia, regioni come Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, hanno già introdotto dei divieti di circolazione permanenti per tutti i veicoli (benzina e diesel) da Euro 0 a Euro 3 compreso, indipendentemente dai livelli di inquinamento.
Le aree soggette a tali vincoli sono quelle più densamente popolate (più di 30.000 abitanti), dove i livelli di inquinamento sono piuttosto elevati. Ma le limitazioni non terminano qui!
Il futuro dei veicoli Diesel Euro 4 ed Euro 5 è sempre più complesso: nuove limitazioni sono infatti previste per le auto Diesel Euro 4 già a partire dal 2020, mentre per le diesel Euro 5 entro il 2022.
Si tratta di un processo graduale per consentire ai cittadini delle aree interessate di adeguarsi alle nuove disposizioni; tuttavia è utile prepararsi quanto prima alle nuove limitazione e, laddove possibile, provvedere all’acquisto di una nuova auto Euro 6.
Che futuro avranno le auto diesel Euro 5?
Il futuro delle auto diesel appare sempre più complesso. A partire dal 2020 e nei prossimi anni assisteremo ad una drastica riduzione di queste motorizzazioni, a favore di veicoli meno inquinanti quali quelli elettrici o ibridi.
Ma vi sono delle soluzioni alternative per abbattere le emissioni inquinanti delle auto diesel?
Negli ultimi anni molte aziende hanno brevettato e realizzato alcuni particolari kit per il trattamento dei gas di scarico, capaci di trasformare una comune auto diesel Euro 5 in Euro 6. Si tratta di un’innovazione straordinaria che consentirebbe di continuare ad utilizzare il proprio veicolo diesel senza ritrovarsi ad essere obbligati a sostituirlo.
Questi kit sono costituiti da dei particolari catalizzatori che, grazie all’uso di ammoniaca, consentono di trattare più efficacemente sia gli ossidi d’azoto (Nox) che il particolato PM10.
È una soluzione sostenibile?
Da un punto di vista ambientale è una soluzione molto valida perché consente di adeguare i livelli di inquinamento di una auto Euro 5 agli standard delle più recenti Euro 6. Tuttavia i costi da sostenere per adottare una simile soluzione sono piuttosto elevati: dai 1.400 a 3.300 €. Questi costi graverebbero direttamente sul proprietario del veicolo o talvolta sulle case costruttrici, per queste ragioni si tratta di una soluzione ancora poco sostenibile.
Al di là di queste innovazioni che potrebbero rappresentare una buona soluzione in questa fase di transizione dei veicolo diesel, resta fondamentale procedere sempre con una regolare manutenzione del motore e la pulizia del filtro antiparticolato della propria autovettura. In questi casi vi consigliamo di utilizzare la nostra soluzione per la rigenerazione dei filtri.
Aggiunta nell’apposito serbatoio, solitamente posizionato sull’assale posteriore accanto al serbatoio del carburante ad intervalli vari, questo prodotto consente di evitare i continui processi di Auto-Rigenerazione del FAP e allungare la vita utile del gruppo filtrante.
Tutto questo è possibile grazie alla riduzione del punto di infiammabilità dei residui incombusti (particolato) che andrebbero a depositarsi sul corpo filtrante ceramico FAP compromettendo la buona efficacia del sistema filtrante ed il buon funzionamento del motore.